COSTANTINOPOLI
Città sulla costa occidentale del Bosforo, in Tracia, fondata dai megaresi nel VII secolo a.C. (Bisanzio). Fu Costantino che nel 330 la consacrò "nuova Roma", facendone la capitale della parte orientale dell'impero e la propria residenza. Costantinopoli crebbe rapidamente sia come centro urbano, sia come centro di popolamento (raggiunse al principio del VI secolo la cifra di 500.000 abitanti, delle più diverse provenienze), sia infine come centro culturale e religioso. La contesa iconoclastica accentuò un'opposizione al papato che si concretizzò nel 1054 nello scisma d'oriente che fece di Costantinopoli il centro della Chiesa greca (ortodossa). Le crociate, aprendo Costantinopoli alle mire espansionistiche degli occidentali, portarono alla formazione dell'' impero latino d'oriente (1204-1261) che comportò saccheggi, massacri e decadenza. La riconquista da parte dell'imperatore greco Michele VIII Paleologo non riuscì a riportare ai precedenti livelli di prestigio e di ricchezza la città, sempre controllata economicamente dai mercanti d'occidente. Fortemente indebolita, più volte assediata dai turchi ottomani, nel 1453 cadde in mano del sultano Maometto II che schiavizzò e deportò buona parte della popolazione. La caduta di Costantinopoli ebbe per l'occidente il valore simbolico della fine di un'epoca, ma sotto il dominio ottomano la città ebbe una nuova fioritura (Istanbul).

C. Lo Jacono, Le mura di Costantinopoli e il muro di ghiaccio, in F. Gabrieli (a c. di), Maometto in Europa. Arabi e Turchi in Occidente, 622-1922, Mondadori, Milano 1982; A. Pertusi (a c. di) La caduta di Costantinopoli, Fondazione Valla, Milano 1976.
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